Edmund Husserl

La Fenomenologia di Edmund Husserl
La fenomenologia è “lo studio di ciò che appare” letteralmente, è la capacità di mettere tra parentesi ogni oggetto e ridurlo ad un fenomeno, ecco perché essa rappresenta una continua ricerca, una continua elaborazione del pensiero, un’indagine interminabile.
Il suo iniziatore  Edmund Husserl, afferma che la cultura legata a forme di indagine positivistiche e naturalistiche si sia imbattuta in errori teoretici che hanno portato verso un atteggiamento di oggettivizzazione del mondo, della natura, dello stesso uomo.

Le sensazioni, i colori, i suoni, le percezioni tattili hanno definito in modo superficiale l’uomo, la natura,il mondo. La ricerca fenomenologica è ricerca d’essenza, è ricerca dell’eidos.
Nello scritto del 1924 Husserl riprende il concetto di espressione affermando che espressione significa vedere l'altro nella sua corporeità in carne e ossa, si tratta di una motivata rappresentazione , la possibilità di rendere corporeamente visibile l'intenzionalità dell'altro, la sua dimensione interna e costitutiva dell'io. L'intenzionalità è atto di volontà ma anche senso, significato, manifestazione esterna di ciò che è originario e costitutivo dell'io.
Nel suo testo Husserl definisce la differenze tra il semplice "indicare oggettivo" e la comunicazione in sé. Nell'annotazione n. 9 del 1921 Husserl intende la comunicazione come "spirito comune legata agli atti sociali che fondano le comunità”. Husserl divide le comunità naturali da quelle artificiali affermando che la comunicazione è un fattore di differenziazione tra le stesse, tra comunità istituite e quelle naturali. Nel manoscritto n. 10 successivo al precedente, elenca una serie di atti comunitari costitutivi che prendono in considerazione 1. l'unità individuale propria e altrui 2. il mondo sensibile e comune 3. il mondo personale e comune 4. le relazioni comunitarie. Nella relazione comunicativa Husserl prende coscienza in maniera diretta dell'esigenza di radicare la comunicazione nella dimensione costitutiva intersoggettiva e interpersonale dell'io. Husserl procede esaminando il problema della comunicazione all'interno di 3 dimensioni : 1. costitutiva 2. intenzionale 3. relazionale. Cosa intende Husserl per costitutiva? Il concetto allude a reminiscenze Kantiane che la definiscono come "genesi di senso", la dimensione intenzionale è importante in quanto conferisce senso all'essere e a tutte le sue modalità, la dimensione relazionale non può essere considerata semplicemente come "l'atto di mettere in relazione" "collegamento di cose". Occorre infatti tener presente l'ambiente in cui sono in relazione, l'ambiente predato, l'essere in relazione richiede un continuo fluire tra ciò che appartiene alla sfera del mondo interiore e il mondo esterno. La dimensione della relazionalità è un incessante movimento tra interno ed esterno ed esterno interno, il riconoscimento della sfera del proprio io e il legame costitutivo del tu. Nel 1924 Husserl afferma che l'intenzionalità svolge una funzione importante soprattutto nella dimensione costituiva della relazione comunicativa. L'agire di senso pieno si ottiene grazie alla relazione esistente tra il mondo dell'esperienza esterna e il mondo della percezione, nucleo costitutivo dell'io. Attraverso l'intenzionalità si riconosce la presenza dell'altro come persona e non come cosa, si definisce la propria identità e la si mostra al mondo, proprio come sostiene Brentano. "L'intenzionalità è un rapporto attraverso il quale gli atti psichici hanno la possibilità di intrattenere una relazione col proprio corrispondente oggetto intenzionale o mentale." Husserl recupera l'aspetto gnoseologico di tale teoria e allo stesso tempo va oltre sostenendo che l'intenzionalità rappresenta la caratteristica essenziale dell'esistenza della coscienza. Nel manoscritto 29 il ruolo della comunicazione all'interno della comunità sociale. Nel manoscritto del 1932-1935 n. 29 si pone il problema di sperimentare l'empatia e di spiegarla. Husserl afferma che si tratta di una esperienza che coinvolge qualsiasi ambito di interesse è costituita da 2 atti essenziali: un atto primario e un atto secondario, inoltre può trattarsi di un'esperienza tematica o extratematica in cui il processo si sviluppa richiamando l'attenzione dell'io esercitando un'attrazione sull'io. Non sempre è un'azione volontaria o interessata come uno sguardo, un ascolto attento, ma a volte l'attenzione si manifesta inconsapevolmente su qualcosa che non riguarda l'io istantaneamente ma lo riguarda indirettamente. Ciò testimonia che incidono aspetti fenomenologici diversi tra loro in virtù del fatto che possono essere operativi o meno all'interno di un preciso contesto, attività. A seconda del contesto possono entrare in gioco tematiche primarie o secondarie. Questo è ciò che accade nell'empatia, l'altro si manifesta in modo tale che il suo l'io possa immergersi nel mondo di chi lo sta ascoltando, nel mondo del "lui"in virtù di qualche interesse. Lui è sperimentato da me come persona fisica nel mio mondo percettivo, in quanto 3 persona che ha una propria vita. Tuttavia se tale rappresentazione resta in ombra, non riscuotendo interesse per me e per il mio io o se resto chiuso nei confronti dell'altro, la mia rappresentazione risulterà confusa, poco chiara, completamente inoperante. Per attività operante Husserl intende un'attività che aderisce alla vita di un'altra persona vivendo una vita che è quasi come la sua, il suo giudicare, il suo pensare, il suo agire sono la testimonianza dello sperimentare insieme l'uno la vita dell'altro. Se non ci sono motivi ostacolanti nell'aderire dal mio al suo punto di vista, io partecipo ai suoi modi di comportarsi , alle sue prese di posizione, ai suoi valori. Io assumo come mio valore ciò che è valido per lui , i suoi giudizi, le sue intenzioni sono anche i miei. Tuttavia questo non significa che io possa discostarmi dall'altro oppormi o distinguermi da lui, aderisco ai suoi modi di vivere ma sono sempre libero di non praticarli e quando ciò si verifica maturo le mie convinzioni, il mio profondo giudizio. Se aderisco non mi distinguo dagli altri, ho solo seguito la loro presa di posizione , ciò che ho assunto è il valore dell'altro quando mi allontano imparo a giudicare in modo solipsistico. La comunicazione si basa sull'empatia che ha luogo nel mondo del reciproco percepire, in cui l'io aderisce all'essere dell'altro. Nel momento in cui l'altro io diventa tu diventa soggetto della comunicazione, o soggetto dell'altro definito anche soggetto di potenza. Nel modo in cui l'altro si comporta io capisco ogni suo atto e comprendo al sua duplicità di espressione, nella sua interiorità egli manifesta la sua capacità di mirare e realizzare se stesso , si tratta di una manifestazione che ha su di me una ricaduta senza che l' altro abbia una specifica intenzione dichiarativa o comunicativa.
Nel 1929 nelle Meditazioni cartesiane Husserl afferma che la fenomenologia ha l’obbiettivo di costituirsi come scienza di essenze , la fenomenologia invita ad avvicinarsi all’autenticità dei fenomeni. Occorre prendere i fenomeni cosi come sono cosi come essi si danno, cosi come si manifestano, comprendere il senso degli aventi nell’ambito esclusivo dell’erlebnis, dell’esperienza vissuta, il loro luogo originario. Il fenomeno si offre come dato immediato.
Accanto all’immediatezza del fenomeno occorre fare epochè, cioè sospendere il giudizio, mettere tra parentesi.
Nella comunicazione fare epochè significa sospendere ogni giudizio sulla realtà predefinita , avvicinarsi al mondo con gli occhi di un bambino che guarda tutto come se fosse la prima volta per poter giungere verso un’esperienza autentica. 
Risulta importante concentrarsi sull’erlebniss, il puro fluire dei fenomeni nella loro nudità ed essenza percettiva. L’atteggiamento fenomenologico mette in evidenza che esiste un mondo precategoriale, il mondo della vita, e il mondo categoriale o mondo del pensiero ma solo nel primo, il mondo precategoriale esiste il presupposto del conoscere. E’ nella nostra esperienza di vita che l’oggetto diventa noema, ovvero un oggetto mentale percepito , immaginato, desiderato  correlato ad un atto intenzionale.
L’oggetto si presenta alla nostra coscienza attraverso un preciso contenuto noematico, quasi come se quell’oggetto si presentasse come un particolare senso, uno scorcio particolare di prospettiva del reale. Il nostro desiderio, la nostra percezione sensibile ci consente di vedere l’oggetto, nel suo significato reale e di cogliere tutti quei dati significativi dell’oggetto.


Commenti